La rete WiFi del vicino di casa? Fa gola a tutti, anche se non sembra
Tutto è cominciato quando ho deciso di pubblicare un articolo sui metodi per amplificare il segnale WiFi, analizzando poi nel tempo le statistiche di accesso e le ricerche da cui le persone partivano per poi raggiungere la pagina in questione.
Nel lavoro di SEO c’è molta sperimentazione, e quando si tratta di creare contenuti ottimizzati e legati a un argomento molto gettonato come quello delle tecnologie e delle connessioni WiFi ci si può davvero sbizzarrire con l’ottimizzazione e le strategie, ma soprattutto ci si può divertire con l’analisi dei risultati. In teoria, persino questo articolo fa parte di tale sperimentazione, e come avrà capito chi ha una certa dimestichezza con il posizionamento, la rete WiFi del vicino di casa è soltanto un pretesto.
Ciò che è emerso dall’analisi conseguente alla stesura dell’articolo e al suo posizionamento è la notevole quantità di query riferite a una keyword secondaria e alla varietà di keyword a coda lunga ad essa collegata. Ma oltre a ciò, le analisi hanno evidenziato anche un aspetto abbastanza interessante, che mette in discussione i dati forniti dallo strumento per le parole chiave di AdWords riguardo alle medie di ricerca.
Il punto di partenza, in questo caso, è la dicrepanza fra la media di ricerche della keyword principale (wifi del vicino) e quelle di coda lunga e le differenze che emergono confrontando appunto le medie di ricerca con le effettive visualizzazioni riportate da Google Search Console. Ecco le tre categorie di query analizzate con strumenti come keywordtool.io oppure ubersuggest.org e, di seguito, quelle effettivamente rilevate nelle ricerche che hanno condotto gli utenti sulla pagina in questione:
- amplificazione del segnale del vicino: in questo caso non è specificato se l’utente ha già ottenuto o meno la password del suo vicino di casa, quindi si va da query come “collegarsi (o connettersi) alla rete wifi del vicino” a quelle più specifiche dove si nota l’esigenza di amplificare il segnale wifi del vicino, appunto perché si parla di un segnale wifi del vicino debole (dove la debolezza è chiaramente del segnale, ma anche del vicino stesso)
- sfruttamento del segnale WiFi del vicino: in questo tipo di ricerche l’obiettivo è dichiaratamente quello di trovare un modo per entrare nella rete wifi del vicino, quindi abbondano le query dove si parla di scoprire la password, “craccare” o “bucare” la rete, o letteralmente “rubare il codice” o “trovare la chiave” che protegge appunto la connessione ADSL dell’ignaro vicino di casa convinto che il suo segnale WiFi sia utilizzato solo in ambito domestico
- difendersi dal wifi del vicino oppure disturbare il wifi del vicino sono invece due ricerche meno comuni, ma non di meno utilizzate
La varietà di forme ed espressioni della stessa combinazione di keyword che si riscontrano in questo tipo di ricerche è davvero incredibile, quindi, ma non si limita a quelle appena descritte. Per esempio, quando si parla di collegarsi al segnale WiFi del vicino, le varianti del verbo sono davvero tante: dal semplice prendere o usare il wifi all’agganciarsi o attaccarsi alla sua rete, mentre quando il segnale WiFi del vicino di casa è debole si ricorre chiaramente a ricerche in cui prevale il termine potenziare, aumentare (il segnale o la ricezione), amplificare e così via, il che denota spesso una rete non protetta da password o per la quale il malintenzionato di turno ha già trovato il modo di scoprire il codice ed entrare nella rete.
A fronte, quindi, di una dozzina di keyword con una media di ricerca mensile dichiaratamente bassa (da 10 a 20), se si escludono le due query amplificare segnale wifi del vicino e rubare password wifi del vicino che invece superano le cento ricerche mensili, troviamo una varietà incredibile di ricerche in cui emergono keyword di coda lunga e variazioni davvero numerose.
Un altro aspetto curioso è l’incongruenza fra la media di ricerche ‘dichiarata’ dallo strumento di pianificazione delle parole chiave di AdWords e i dati che invece emergono dall’analisi delle ricerche degli utenti in Google Search Console. Se, infatti, andiamo a esaminare le query raccolte nell’arco di un mese per questo specifico argomento e la relativa pagina, la ricerca “come amplificare segnale wifi del vicino”, per esempio, che nel picco più alto viene calcolata a 50 ricerche, pare abbia fatto visualizzare l’articolo ben 76 volte in un mese, così come “potenziare ricezione wifi”, che ha una media il cui picco è inferiore alle 600 ricerche, risulta aver prodotto 621 visualizzazioni dell’articolo sempre nell’arco di un mese, idem per “aumentare potenza wifi” che sebbene calcolata con una media di 260 ricerche mensili pare aver prodotto 342 visualizzazioni negli ultimi 30 giorni di esame. Anche prendendo in esame la query più breve “wifi del vicino”, che dovrebbe avere una frequenza più alta essendo usata assieme a molti altri termini, come abbiamo visto, nelle stime dello strumento per parole chiave di AdWords viene calcolata con un valore di 20 e con un picco massimo di 30 nelle tendenze. Lo stesso accade, come si può vedere confrontando le due schermate precedenti, con la query “amplificare segnale wifi del vicino” (dove appunto manca il “come” iniziale), che viene data a 110 ricerche mensili di media (con picco da 130) ma nei risultati delle analisi di Google Search Console denota ben 215 visualizzazioni nello stesso arco di tempo.
E a questo punto sorge un’altra domanda: come posizionerà Google questa pagina, ovvero darà più importanza alle keyword menzionate e di conseguenza all’argomento del wifi del vicino, oppure all’argomento dell’articolo che, invece, riguarda le query degli utenti e la SEO? Ai motori l’ardua sentenza…