Basta un piccolo giro di perlustrazione sul Web per scoprire che sulle forme di narrazione interattiva o semplicemente ‘ipertestuale’ è stato scritto tanto, forse anche troppo. I termini romanzo ipertestuale e iperromanzo trovano spazio anche fra le definizioni dell’immancabile Wikipedia, derivate dai termini inglesi originali corrispondenti, web fiction e hypertext fiction (tradotto in modo più limitato con Iperromanzo nella traduzione italiana) e, e accompagnati da altre definizioni legate a forme diverse di narrazione interattiva o interattiva come le avventure testuali (interactive fiction) o la più generica e prettamente digitale letteratura elettronica (electronic literature). Le citazioni e i dibattiti si sprecano, nel tentativo di definire questo o quel genere, questa o quella forma e modalità di fruizione, ma la sostanza rimane sempre la stessa:
dare al ‘lettore’ la possibilità di fruire della narrazione in modo attivo e dinamico e non, come accade nella narrativa tradizionale, in modo passivo e lineare
La mia scelta di utilizzare il termine ‘ipernarrativa’ per questo blog e per i progetti che vi ruotano intorno è del tutto arbitraria e, al contrario di quanto qualcuno avrebbe voluto o potuto supporre, non deriva da lunghe riflessioni e da meticolose analisi. Negli anni Novanta, scrivendo alcuni articoli per la mia (in quanto autore del progetto e della gran parte dei contenuti) rivista GigaByte, mi divertii a coniare il termine NarrAttiva, dalla fusione di narrativa e interattiva, ipotizzando un sistema di creazione di mondi virtuali interattivi letterari, ma si tratta di un acronimo che potrebbe non piacere a tutti, pertanto ho preferito ipernarrativa come forma compatta di ‘narrativa ipertestuale’, quella forma di narrativa ‘non lineare’, spesso definita ‘a bivi’, come quella dei famosi libri-game degli anni Ottanta che ebbero una certa diffusione anche qui in Italia.
Perché scegliere questo termine invece di quelli già esistenti, visto che gli altri sembrano maggiormente ‘collaudati’? Hypernarrative in realtà è stato già utilizzato, con accezioni un po’ diverse rispetto al più popolare hypertext fiction, mentre web fiction è appunto troppo legato a un concetto di ‘lettura online’ che mal si coniuga con i miei obiettivi di scrivere soprattutto per i dispositivi di lettura e-ink, gli ebook reader. Mi sono così trovato a dover scegliere un termine più appropriato, e sinceramente l’utilizzo della parola ‘letteratura’ mi è sembrato troppo ‘culturale’ per un fenomeno che potrebbe anche avere una forma amatoriale e le cui opere rischiano di non rientrare mai all’interno di studi critici, storici e artistici che sono più affini a opere appunto ‘letterarie’. D’altra parte il termine ‘romanzo’ sembra escludere forme più brevi o semplici di narrazione, come il racconto o la fiaba, che invece possono entrare a pieno merito in questa fenomenologia di letture ‘attive’ e consentire anche a chi non ha le doti, le idee o la costanza di creare opere di narrativa di una certa lunghezza di partecipare da autore e offrire al pubblico qualcosa di interessante, coinvolgente e/o divertente. Ecco quindi che ipernarrativa si è rivelato il candidato più idoneo a descrivere ciò che rientrava nei miei obiettivi di scrittura digitale (a proposito, anche sulla ‘letteratura digitale’ ci sarebbe da disquisire a lungo, e non è detto che non trovi il tempo di aprire qualche dibattito con articoli dedicati).
Intanto, vi rinnovo il mio benvenuto su questo blog e l’invito a interagire con i commenti per proporre osservazioni, idee, correzioni o quant’altro. Buona iperlettura!
Mi accorgo solo ora che non ho preso in considerazione il termine hyperfiction… una svista di non poco conto!