Vivere di rendita, il sogno di molti
Alzi la mano chi non ha mai sognato, anche solo per un momento, una vita basata sull’indipendenza economica e la libertà finanziaria, dove non ci fosse bisogno di lavorare perché il denaro arriva da rendite passive di qualche tipo, che richiedono eventualmente solo un monitoraggio e qualche ‘aggiustatina’ ogni tanto per mantenerle vive.
Per vivere di rendita, tuttavia, occorre avere a disposizione un capitale di partenza che, investito in maniera intelligente, sia in grado di produrre appunto delle rendite sicure e tali da fare fronte anche al processo di inflazione. Su quanto denaro occorra e su come investirlo per vivere di rendita ha già scritto abbastanza Francesco Narmenni sul suo interessantissimo blog e sul suo altrettanto utile e interessante libro “Smettere di lavorare” (che ho comprato e letto con piacere qualche mese fa e posso sicuramente consigliare a tutti). Nel suo libro, e sul blog, Francesco fa però notare che il raggiungimento dell’indipendenza economica è basato anche e soprattutto sull’equilibrio fra entrate e uscite, quindi anche sul tenore di vita che si conduce e sulla capacità di ridurre i costi eliminando il superfluo, il che non vuol dire necessariamente rinunciare a “vivere la vita”. Altrettanto esplicito e dettagliato è il libro “Da 0 a 30.000 € con un blog in 10 mesi“, di Valerio Novelli (vedi foto), recentemente pubblicato e già nei best-seller del settore, il che lascia capire quanto sia sempre più ‘gettonato’ questo argomento.
Non spenderò altre parole per spiegare quanti soldi servono per vivere di rendita, quindi, né elargirò consigli su metodi di investimento o attività immobiliari, visto che non sono di mia competenza, ma proverò invece a consigliarvi alcune fonti di reddito passivo che vi permetteranno di creare delle rendite automatiche online che non richiedono particolari investimenti se non la vostra intelligenza, la vostra esperienza e il vostro tempo.
Ovviamente fermatevi qui e non continuate a leggere se non siete disposti a fare qualche sforzo per trovare quel famoso equilibrio fra entrate e uscite di cui si parlava prima, e se vi fa eventualmente schifo impegnarvi su un progetto che permetta anche solo di guadagnare 50 o 100 euro al mese online (uno di tanti, ovviamente, perché è un meccanismo replicabile, come vedremo fra poco).
fermatevi qui e non continuate a leggere se non siete disposti a fare qualche sforzo per trovare quel famoso equilibrio fra entrate e uscite di cui si parlava prima
Come crearsi una rendita mensile passiva e lavorare viaggiando
Non so a quanti di voi piace viaggiare e visitare luoghi nuovi, personalmente da nomade digitale quale sono, la possibilità di spostarmi per l’Italia e il resto del mondo continuando a gestire le mie attività online da qualsiasi parte del mondo è un aspetto che ritengo particolarmente affascinante in questo stile di vita.
Naturalmente non è qualcosa che faccio da sempre, anche se per la maggior parte dei miei primi cinquant’anni di vita ho lavorato soprattutto come libero professionista, quindi in modo autonomo e potendo gestire in piena libertà i ritmi e i tempi lavorativi (a patto di consegnare il lavoro in tempo, ovviamente). Ma per qualche tempo ho anche lavorato da ‘subordinato’, facendo il pendolare o lavorando nelle ore notturne, sopportando le alzatacce in pieno inverno e scomodissimi viaggi in treno, sobbarcandomi straordinari e turni massacranti e tutto ciò che la vita da dipendente può offrire a chi è costretto a viverla. Tutto ciò, ovvero l’aver vissuto i due lati della medaglia, mi ha convinto poi a fare di tutto (compreso qualche sacrificio) pur di conquistare e tenermi stretta la libertà derivante dal lavoro freelance.
La vera svolta, tuttavia, è stata quella delle rendite passive, derivate soprattutto dal lavoro sul Web e dai progetti online. Ma cosa sono le rendite passive? In generale, sono quei soldi guadagnati senza muovere un dito, e come si usa dire continuare a guadagnare anche mentre si dorme (non è un’esagerazione, come vedrete fra poco). Attenzione, però, perché le cosiddette rendite passive non lo sono mai del tutto, o quantomeno rischiano di calare se non si fa ogni tanto almeno qualcosa per ‘sostenere’ le fonti da cui derivano, mentre facendolo si ha l’opportunità di alimentare le fonti di reddito passivo e far crescere quest’ultimo.
Prima di entusiasmarvi, però, è giusto chiarire subito un punto fondamentale, e sottolineare nuovamente quanto premesso all’inizio di questo articolo: per creare delle rendite passive senza investire necessariamente del denaro potrete contare solo sulla vostra intelligenza, sulla vostra tenacia, sulla vostra esperienza (il famoso know-how) e sul vostro tempo. Dovete, quindi, avere disponibilità di tutte queste risorse e usarle in modo congiunto per dare vita a un qualsiasi modello di rendita automatica e passiva su Internet.
Inoltre, dovrete lavorare per obiettivi precisi e focalizzandovi su di essi, evitando di disperdervi in mille cose e concentrandovi invece soltanto su ciò che davvero conta per ottenere i risultati che vi siete prefissi. Dovrete applicare, insomma, la famosa regola dell’80/20.
Ma vediamo in pratica quali sono le possibilità di creare una rendita mensile passiva e automatica online:
- Vendere uno o più servizi, automatizzandoli il più possibile.
- Vendere contenuti, sotto forma di libri, ebook, corsi o in altro modo.
- Vendere attraverso altri, guadagnando dall’affiliazione.
- Monetizzare i contenuti pubblicati in altri modi (per es. con spazi pubblicitari)
Al momento io (come molti altri qui in Italia e nel resto del mondo) guadagno da tutte e tre queste fonti. Naturalmente ognuna di queste modalità di creazione di rendite passive presuppone del lavoro iniziale e, in molti casi, anche del lavoro successivo sebbene sporadico per mantenere la vitalità della fonte di reddito. Come avrete notato, infatti, in tutti e tre i casi si parla di “vendere”, il che presuppone che ci siano degli acquirenti e che ci sia la necessità di raggiungerli facendosi notare in qualche modo (possibilmente senza investire in pubblicità), e nello stesso tempo che ci sia un “prodotto” da vendere a queste persone, qualcosa che possa interessargli per un qualsiasi motivo.
Proveremo a esaminarle una per una, in modo che possiate capire quale fa per voi, ovvero con quale sentite più affinità in relazione ai vostri interessi, alle vostre passioni e alle vostre capacità.
per creare delle rendite passive senza investire necessariamente del denaro potrete contare solo sulla vostra intelligenza, sulla vostra tenacia, sulla vostra esperienza (il famoso know-how) e sul vostro tempo
Rendite passive dalla vendita di servizi o applicazioni online
Questo è uno dei metodi più efficaci per creare una rendita passiva automatizzata online, ma a differenza dei altri due metodi presentati più avanti richiede necessariamente un piccolo investimento per la registrazione di un dominio e di uno spazio Web adeguati, oltre a una maggiore competenza tecnica. In questo tipo di rendite passive rientrano, infatti, servizi come i siti di annunci o quelli che permettono di gestire aspetti tecnici di attività sul Web, proposti nella formula freemium, ovvero con una versione di base gratuita che comporta delle limitazioni d’uso e una versione a pagamento più completa in cui le limitazioni sono ‘sbloccate’. Nella prima categoria rientrano, per esempio, siti dove le persone possono pubblicare annunci di vario genere realizzati con temi o plugin dedicati (usando CMS come WordPress), come quelli per la compra-vendita dell’usato o per conoscere altre persone (siti di annunci matrimoniali o di dating online), oppure portali turistici che danno visibilità agli inserzionisti e guadagnano ogni volta che questi ultimi vendono il loro servizio (è il caso del settore ricettivo con siti come TripAdvisor, Wimdu, ecc.), o ancora altri siti che mettono in contatto i freelance con i potenziali clienti, e così via. Nella seconda categoria, invece, possono rientrare siti che gestiscono per esempio il backup di un sito o la sua manutenzione, facilitano il networking o l’attività collaborativa di tipo professionale, e via dicendo. Va da sé che non basta sviluppare e mettere online questo tipo di servizi, ma che bisogna poi promuoverli sia inizialmente sia periodicamente affinché vi si registrino sempre più persone, e bisogna naturalmente gestirli con una manutenzione altrettanto periodica e regolare per evitare che ci siano problemi di stabilità o sicurezza sul sito che li eroga.
Oltre ai siti ci possono essere, ovviamente, anche delle vere e proprie applicazioni, sia sotto forma di software per computer (PC desktop) sia per dispositivi mobili (smartphone e tablet) sotto forma di app. In questo caso le competenze richieste per il loro sviluppo sono ancora maggiori, e ancora una volta ci sarà bisogno di promozione per farle conoscere e di aggiornamenti nel tempo per correggere eventuali bug di stabilità e sicurezza o migliorarne le funzionalità rendendole ancora più appetibili. Di questo secondo settore fanno parte, ovviamente, anche i giochi, anch’essi proposti spesso con una formula freemium e distribuiti come app oppure inseriti all’interno di siti Web (per es. nel gioco d’azzardo o nei giochi multi-utente) oppure sui social network. Probabilmente chi legge avrà già avuto modo di giocare ad alcuni di questi giochi, oppure di usufruire di qualche servizio come quelli elencati in precedenza.
Sarà a questo punto già più chiaro cosa si intende quando si afferma che non esistono rendite totalmente passive, un concetto che ritroveremo anche più avanti ed è quindi importante sottolineare.
Rendite passive dalla vendita di contenuti
Quando parliamo di contenuti ci riferiamo non solo a quelli che formano, per esempio, un ebook o un libro, ma anche alle immagini che un fotografo può vendere sui siti specializzati in stock images, oppure al video e all’audio venduti allo stesso modo. In tutti questi casi le rendite passive deriveranno dalla vendita ripetuta di ogni singolo contenuto, che potrà produrre un ricavo integrale se condotta in proprio oppure parziale se venduto attraverso una piattaforma di distribuzione. Queste ultime sono rappresentate, per esempio, dalle librerie tradizionali o quelle online nel caso dei libri e degli ebook, dai già menzionati siti che vendono immagini (foto e disegni), video o audio per fini professionali come lo sviluppo di siti o di prodotti multimediali, o ancora da siti che ospitano per esempio corsi online se i contenuti già citati rappresentano per esempio un videocorso o un audiocorso.
In tutti questi casi il contenuto va prodotto una volta sola e poi immesso sul mercato attraverso un sistema di vendita automatizzato, ed è in questo modo che si crea il flusso di reddito passivo derivante dalla sua vendita. Come si intuisce, anche per i contenuti la promozione e il marketing sono fondamentali se si vuole incrementare le vendite piuttosto che aspettare semplicemente che qualcuno li noti e li acquisti (cosa che comunque avviene), e per quei contenuti che sono soggetti a obsolescenza (per esempio corsi su argomenti tecnici) diventa necessario anche procedere a degli aggiornamenti periodici affinché restino appetibili per il pubblico e non diventino troppo ‘datati’ (e di conseguenza non più validi) perché qualcuno decida di acquistarli ancora.
Una strategia spesso utilizzata da chi vive dalla produzione di contenuti è quella di offrirne una parte (o una versione ‘frammentata’) gratuitamente, per esempio attraverso un sito o un blog, e creare parallelamente delle versioni commerciali che li raccolgono sotto forma di libro/ebook, corso completo, e così via. In questo modo diventa possibile creare una ‘vetrina’ in grado di sostenere promozionalmente le ‘opere’ distribuite commercialmente e incrementarne così le vendite.
Rendite passive da affiliazione
Se non volete vendere servizi, prodotti o contenuti vostri, potete sempre farlo con quelli degli altri guadagnando una percentuale su tali vendite e creando così un’altra forma di rendita passiva. In questo caso, tuttavia, la vendita si attua al di fuori del vostro sito, direttamente su quello del venditore. All’estero le opportunità di affiliazione sono moltissime e offrono ampi spazi di guadagno, mentre in Italia la scelta è molto ristretta e nella maggior parte dei casi (se si esclude Amazon.it) il ricavato si riduce a pochi centesimi di euro.
Le rendite passive da affiliazione possono derivare anche da fonti diverse da un sito Web, per esempio da contenuti pubblicati sui social network, ma in questo caso hanno una durata minore nel tempo in quanto vanno in secondo piano col passare del tempo e diventa meno probabile che il pubblico li noti e vada a cliccare sui rispettivi link (a meno di non investire periodicamente in visibilità a pagamento, come si fa per esempio su Facebook mettendo ‘in evidenza’ dietro corresponsione di una quota. In questo caso, tuttavia, rientreremmo nelle rendite passive generate da un investimento in denaro, per quanto minimo, quindi non è il caso di includerlo in questo discorso.
Ciò che è importante, qualunque sia l’approccio adottato per la generazione delle rendite passive online, è di guadagnare visibilità attraverso un buon mix di contenuti di qualità e di ottimizzazione SEO, in modo da raggiungere un pubblico sempre più vasto e mantenere questa visibilità nel tempo.
Rendite passive da altra monetizzazione dei contenuti
In quest’ultima categoria possono rientrare, per esempio, servizi come la vendita, anzi l’affitto di spazi pubblicitari su un sito o un’app che gode di una certa popolarità/visibilità. Gli spazi pubblicitari possono essere rappresentati da testo in una directory, da banner o da intere pagine, come succede per esempio nei siti/portali che si posizionano in ambito turistico e affittano uno spazio ai gestori di attività alberghiere, di ristorazione e simili all’interno di aree strategiche del sito. Quanto appena detto in chiusura del paragrafo precedente è più che mai valido in un ambito del genere, visto che gli inserzionisti saranno più propensi a pagare la loro quota periodica quanto più sono certi di ottenere visibilità attraverso il sito.
Lo stesso vale per le app, una volta che hanno raggiunto la necessaria popolarità, ma queste ultime richiedono in genere investimenti in marketing e pubblicità per guadagnare visibilità fra il pubblico.
Questo tipo di rendita passiva non va confusa con la rendita generata attraverso sistemi come quelli usati da portali come TripAdvisor, ovviamente, in quanto in tal caso si tratta di un servizio automatizzato e rientra quindi nel primo tipo di rendita passiva online descritto in questa rassegna.
La mia esperienza con le rendite passive
Ciò che posso dire per esperienza diretta è che tutti i metodi sopra descritti funzionano, quindi la risposta alla domanda che ha dato vita a questo articolo è affermativa, nel senso che è davvero possibile creare delle rendite passive e automatiche online, ed è persino possibile vivere di tali entrate passive se l’equilibrio fra il costo della vita e il reddito prodotto è in qualche modo raggiunto (per esempio trasferendosi dove si spende di meno per vivere, dal momento che si ha la libertà di farlo).
Al momento il 75% delle mie entrate deriva proprio da rendite passive basate su almeno tre dei quattro sistemi descritti prima, ovvero da quelli che gli americani definiscono flussi multipli di reddito passivo, il cui vantaggio è di bilanciarsi e riuscire a compensare le prevedibili fluttuazioni che a turno possono avere nel tempo. Conto di continuare a ridurre ulteriormente quel 25% di rendite attive ancora in essere, col tempo, ma c’è da tenere in considerazione che di quel 25% di rendite attive fanno parte le sessioni di training e le consulenze che offro a chi vuole ottenere gli stessi risultati che ho ottenuto io con le rendite passive, ed è un’attività che faccio con piacere quindi prevedo che il processo di riduzione appena menzionato richiederà un tempo non esattamente breve, ma questa, appunto, è una mia scelta personale.
[bctt tweet="Nessuna rendita passiva si può definire realmente 'passiva' al cento per cento."]
Rimane, in ogni caso, l’aspetto menzionato ma non ancora abbastanza ribadito legato al fatto che nessuna rendita passiva è realmente “passiva” al cento per cento, in quanto oltre a richiedere un periodo di preparazione e lancio iniziale da cui poi deriva il processo inerziale delle rendite passive, avrà in seguito bisogno quasi sempre di aggiustamenti e perfezionamenti per continuare ad avere una validità pari o eventualmente anche maggiore col trascorrere del tempo.
A questo punto concluderei con una serie di letture consigliate, per quanto nell’elenco non figureranno testi altrettanto importanti nell’ottica delle attività descritte, quali potrebbero essere quelli utili per creare un blog con WordPress oppure ottimizzarlo con la SEO, ma per questi ci sono sicuramente molte altre fonti fra cui quella associata ai due link appena menzionati.
Del 25% di rendite attive, tuttavia, fanno parte le sessioni di training e le consulenze che offro a chi vuole ottenere gli stessi risultati che ho ottenuto io con le rendite passive
Letture consigliate (in ordine sparso, ma neanche tanto)
Quelli che seguono solo alcuni dei libri che ho acquistato, e letto, su argomenti affini a quanto discusso nell’articolo. Mi sento quindi di consigliarli senz’altro, per quanto non tutti piaceranno a tutti, perché ognuno ha i suoi gusti e il suo modo di vedere la vita. Le recensioni che accompagnano ogni titoli vi aiuteranno, comunque, a decidere per il meglio, purché le sappiate soppesare e valutare nel loro complesso. Buona lettura e… buona vita!
Il nuovo libro di Valerio Novelli, dedicato in modo specifico allo sviluppo di blog che hanno come obiettivo la creazione di rendite passive da affiliazione. Dalle recensioni dei lettori sembrerebbe particolarmente adatto a chi si avvicina per la prima volta a questo argomento, e soprattutto molto concreto in quanto, come scrive appunto un lettore, “non vende l’illusione che ci si può arricchire con il web ma spiega, in maniera onesta ed abbastanza chiara per chi ha una discreta infarinatura, come si può mettere su un blog di un certo successo economico”.
Si tratta, quindi, di una guida che può dare molte indicazioni utili proprio nell’ottica di creare uno o più blog ‘di nicchia’ da cui generare guadagni attraverso le rendite passive automatizzate, a patto però di approfondire temi correlati come la SEO oppure il content marketing, per i quali non posso che consigliare i miei libri di approfondimento su questi argomenti associati a WordPress, che è sicuramente la piattaforma ideale per questo genere di iniziative.
“Rendite passive – Come guadagnare senza lavorare… o quasi” di Steve Pavlina, un testo alla cui traduzione e adattamento per l’Italia ho partecipato personalmente, e che ritengo possa costituire il complemento ideale per chiunque decida di tentare la strada delle rendite passive con uno qualsiasi dei metodi sopra descritti o con altri sistemi. Questo manuale, infatti, offre soprattutto un sostegno motivazionale e psicologico che in molti casi è vitale per il successo nel raggiungimento degli obiettivi che un’attività legata alle rendite passive presuppone.
“Padre ricco padre povero” di Robert Kiyosaki, il cui titolo viene spesso pronunciato come “papà ricco papà povero” oppure “padre povero padre ricco”, che insieme al successivo titolo “I quadranti del cash flow” rappresenta uno dei capisaldi della saggistica dedicata agli investimenti e sulla libertà finanziaria, anche se legati a una realtà tipicamente americana e a specifici settori come l’immobiliare. Può essere utile soprattutto dal punto di vista motivazionale, insomma.
“L’uomo più ricco di Babilonia” di George. S. Clason, un testo che è ormai ‘sacro’ nella letteratura sull’abbondanza e sulla creazione di ricchezza economica, basato su una serie di racconti allegorici (vere e proprie ‘parabole’) da cui si ricava un insegnamento profondo e sicuramente utile per la vita e per il rapporto con il denaro.
“Il milionario della porta accanto” di Stanley Thomas J., libro meno conosciuto degli altri qui menzionati ma interessante per il modo in cui ci viene mostrato un lato meno evidente e più utile dei cosiddetti “milionari”, basato soprattutto su un ridimensionamento dello stile di vita che si contrappone all’immagine dei ricchi dediti allo sperpero che ci viene spesso trasmessa dai media e dalla tradizione popolare.
“Autostrada per la ricchezza” di M.J. De Marco, un libro che va controcorrente (ovvero in antitesi al concetto di lavorare un’intera vita per poi godersi i frutti dopo i 50 anni) da un autore che ha partecipato alla famosa (o famigerata, dipende dai punti di vista) corsa al dotcom, trasformando in un business un’idea abbastanza semplice ma realizzando il suo progetto attraverso l’impegno e la tenacia, anche a costo di qualche ‘batosta’ lungo la strada.
“4 ore la settimana” di Timothy Ferris, secondo alcuni un testo che ha fatto più danni che altro, inculcando l’idea rivoluzionaria di vivere riducendo il lavoro al minimo e riguadagnando il tempo per fare tutto ciò che ci appassiona, ma in sostanza un testo interessante per capire le strategie e lo stile di vita dei cosiddetti ‘Neo Ricchi’, ovvero coloro che hanno seguito il processo tradizionale cui si oppone anche il libro di M.J. De Marco sopra citato.
E ora alcuni testi sul “cambiamento di vita” e sul downshifting, sicuramente utili per quel ridimensionamento di cui si parlava all’inizio…
“Come lasciare tutto e cambiare vita” di Alessandro Castagna, probabilmente uno dei primi titoli (se non addirittura il primo) dedicati a chi decide di abbandonare uno stile di vita che ormai non ha più un vero significato e lasciarselo alle spalle per intraprendere un nuovo percorso fatto di sfide e coraggio ma anche di creatività, ricco di testimonianze di persone che ce l’hanno fatta e hanno appunto bruciato i ponti per intraprendere strade nuove.
“Cambio vita” di Vitiana Paola Montana, un manuale pratico ed essenziale per chi vuole riconoscere e accogliere il processo di cambiamento che può portare a un vero cambiamento esistenziale e a quel cambiamento che si trasforma in crescita ma che può nascere solo dalla decisione di uscire dalla famigerata zona di comfort.
“Adesso Basta” di Simone Perotti, uno degli autori più noti nell’ambito della “rivoluzione dal basso” che solo il downshifting può portare e che sembra trovare sempre più riscontro soprattutto in un momento di crisi come quello attuale. Il suo seguito, “Avanti tutta“, è un resoconto dei risultati e delle esperienze raccolti dall’autore e da tante persone che hanno seguito il suo esempio.
“100 modi per cambiare vita ed essere felici” di Ilaria Farulli e Alfredo Meschi è un delizioso compendio di soluzioni alternative al modo di vivere tradizionale, dove è possibile trovare informazioni illuminanti alla portata di ognuno, alcune delle quali ho avuto modo di sperimentare personalmente insieme alla mia compagna.
“50 sfumature di minimo” di Laura Dossena, raccoglie appunto cinquanta articoli dal popolare sito minimoblog.it, nei quali è possibile trovare ispirazione e consiglio per intraprendere la strada del minimalismo esistenziale e liberarsi di tutto il superfluo, compreso quello che fa parte dei rapporti sociali.