L’intelligenza artificiale sta rivoluzionando l’organizzazione del lavoro in tutte le sue fasi, dalla selezione del personale all’assunzione, dalla valutazione delle prestazioni alla gestione della carriera. Tuttavia, questo cambiamento sta influenzando le relazioni umane all’interno delle aziende, poiché l’IA sembra prendere il posto del manager, in quanto capace di compiere scelte razionali e senza pregiudizi per l’impresa. Ciò solleva preoccupazioni sulla sfiducia nell’essere umano e sui limiti che devono essere rispettati a tutela dell’integrità della persona.

Un esempio è la lettera di licenziamento di una lavoratrice di uno stabilimento nordamericano per “scarso rendimento”, rilevato attraverso sistemi automatizzati esterni. In questo caso, la determinazione dei livelli di produttività attesi e la misurazione del rendimento si svolgono all’esterno, con criteri uguali per tutti, mentre il manager interno non ha alcuna influenza. Ciò pone problemi, poiché l’IA sta diventando un soggetto che dà indicazioni e correzioni così costanti e pervasive da impedire all’individuo di esprimere la propria professionalità, che costituisce un diritto fondamentale.

Un altro esempio riguarda l’utilizzo di videointerviste e software in grado di rilevare e analizzare le espressioni facciali e i movimenti corporei in fase di assunzione. Questo può aiutare le imprese a individuare la migliore posizione in cui collocare il lavoratore e a congegnare un contratto in grado di valorizzarne il talento, ma ci sono limiti da apporre a tutela della riservatezza e dell’intimità che fanno parte della dignità umana.

È importante sottolineare che la tutela della persona del lavoratore non può essere lasciata solo al diritto della protezione dei dati personali. Non sempre bastano informazione, trasparenza, consenso, monitoraggio e riesame umano. Ci sono limiti da apporre alle nuove forme di iniziativa economica a tutela dell’integrità della persona in senso ampio, espressione dei valori della sicurezza, della libertà e della dignità umana.

In sintesi, l’IA sta cambiando l’organizzazione del lavoro e solleva preoccupazioni sulla sfiducia nell’essere umano e sulla tutela della persona del lavoratore. È fondamentale apporre limiti esterni invalicabili alla libertà economica, quali la sicurezza, la libertà e la dignità umana, per garantire la tutela della persona in senso ampio.

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