L’articolo “Reasons why you won’t want AI chatbot search in your browser” parla degli aspetti legati all’introduzione di chatbot basati sull’intelligenza artificiale possono essere diversi, e anche controversi. In sintesi (1):

Microsoft ha già integrato un chatbot IA nel proprio strumento di ricerca Bing, lavorando in collaborazione con OpenAI, l’ideatore di ChatGPT e Dall-E, e  Google sta cercando di migliorare la qualità dei suoi risultati di ricerca attraverso l’utilizzo di chatbot di intelligenza artificiale (Bard), che potrebbero fornire risposte dirette e rapide, ma a quanto pare l’idea dell’ideale assistente IA dei due giganti della tecnologia non coincide con quella degli utenti.

L’introduzione dell’intelligenza artificiale come assistente nelle ricerche sui motori potrebbe portare alla soppressione di siti web e autori che attualmente non vengono mostrati nei risultati di ricerca, e nello stesso tempo i siti SEO spammer potrebbero diminuire. In generale, l’AI ha il potenziale per cambiare in modo significativo il funzionamento della rete, ma per quanto ciò sia giudicato positivo da Google, probabilmente potrebbe non esserlo per gli utenti.

Come sappiamo, un chatbot che faccia da assistente alle ricerche degli utenti può assimilare molte fonti di informazioni in un unico risultato altamente mirato e immediatamente utilizzabile. Un assistente IA ideale dovrebbe essere in grado di comprendere le domande degli utenti e di rispondere in modo accurato e in uno stile conversazionale umano. Il potenziale svantaggio degli assistenti IA, tuttavia, è che possono restituire informazioni irrilevanti, non essere in grado di verificare i fatti e non distinguere tra risultati di ricerca imparziali e di parte. Insomma, la questione è ancora aperta e per molti versi controversa. Sarà il tempo a dirci chi aveva ragione.

(1) Sintesi ottenuta grazie all’ausilio di Chat GPT